Da oltre 150 anni, nella giornata di martedì grasso a Ponte della Muda, precisamente nella località di Pinè, si chiude in bellezza il carnevale, prima di iniziare il periodo di Quaresima. E come? Si gioca a “Il Paga l’Osto”.
Un antico gioco di borgata, tipico della tradizione veneta, soprattutto della Pedemontana, che ogni anno proprio in questa giornata si svolge tra le vie del paese. A Pinè, infatti, è una tradizione popolare ancora molto viva e sentita che coinvolge sia grandi che giovanissimi…e per questo siamo andati a vedere.
Il Paga L’Osto è un gioco di bocce, la cui particolarità è che le bocce sono realizzate con il “legno santo”, un legno molto duro e resistente. Le bocce sono di forma abbastanza “sferica” poiché non sono esattamente tondeggianti e levigate e quindi più che la bravura conta la fortuna. Il campo di gioco? I cortili dei borghi e le vie del paese. I giocatori? Potenzialmente chiunque faccia parte della borgata, anche se di norma si arriva a formare un gruppo di 15-20 persone.
Ma entriamo proprio nel vivo, ovvero nelle regole del gioco: si gioca tutti contro tutti e scopo del gioco è quello di avvicinarsi il più possibile al boccino. All’inizio della partita il “responsabile di gara” lancia il boccino, diversamente nei turni successivi il boccino viene lanciato dal giocatore che si è avvicinato di più al boccino nel turno precedente. Il primo giocatore, prima del lancio, deve chiamare per nome il giocatore successivo, che a sua volta prima di lanciare la boccia, chiama il giocatore successivo e così via…l’ultimo chiama “Paga L’Osto“. In caso di dimenticanza il giocatore subisce la penalità di un punto.
Insomma, una cosa seria!
A Pinè, come da tradizione, la partenza è presso Casa Titela (Fam. Tomè) che di anno in anno ha l’onere e l’onore di custodire le bocce per tutti i giocatori. Successivamente viene individuato il “responsabile di gara” e dopo aver annotato l’ ora di inizio (verso le 14.00) e la situazione atmosferica, si redige uno schema per appuntare i nomi dei partecipanti, i punti, ma soprattutto le penalità. Da qui, dopo qualche lancio di prova e riscaldamento nel cortile di casa, si parte seguendo un campo da gioco itinerante tra le vie del paese.
Un gioco campestre, dove la parola d’ordine è divertirsi. Un’occasione per stare in compagnia, dove le famiglie delle borgate ad ogni tratto offrono acqua, vino e dolci della tradizione per accogliere i nostri giocatori. “Rivale dopo rivale” si arriva all’ osteria (da qui il nome del gioco) o al punto di arrivo dove si fa la resa dei conti e insieme si festeggia la fine della partita.
Foto edizione 2016
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